Fiber shelter

Fiber shelter

competition project

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Co-de-iT + Mirco Bianchini, Tommaso Casucci, Mirko Daneluzzo and Alessandro Zomparelli

PAV – Parco Arte Vivente, Torino  45° 2′ 36.54″ N,  7° 39′ 51.65″ E

2011

Design team: Mirco Bianchini, Tommaso Casucci, Mirko Daneluzzo, Alessio Erioli and Alessandro Zomparelli

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[english text coming soon]

Il progetto Fiber shelter nasce dall’idea di proporre un progetto altamente integrato con l’ambiente del Parco arte vivente di Torino, relativamente alle sue qualità spaziali e di fruizione.

La proposta è quindi quella di determinare un sistema che ha la possibilità di diffondersi all’interno del parco.
Questo tipo di strategia potrebbe inoltre essere utilizzata per inserire futuri interventi mantenendo coerenza distributiva.
La struttura dello shelter si avvale di una tecnologia che permette la realizzazione di strutture fibrose e in grado di definire una struttura rigida , facilmente montabile.
Il materiale e la tecnologia ipotizzata è splineTEX® Carbon, un materiale composito in plastica fibrorinforzata che permette di creare strutture leggere e resistenti senza la necessità di costosi processi di piegatura.

La struttura primaria è costituita da un doppio livello di elementi tubolari interconnessi ai quali si andrà successivamente ad agganciare una struttura secondaria di fibre più fini. Alla struttura primaria si aggancia inoltre un ulteriore livello di fibre di carbonio le quali una volta trattate con apposite resine diventeranno parte integrante della struttura.
Le fibre sono distribuite secondo un gradiente che dipende dalla curvatura della superficie di proliferazione: si infittiscono nelle aree dove la curvatura è maggiore, rappresentando le parti più deboli della struttura.
Il sistema definisce una struttura rigida altamente resistente dove l’infittimento determina un modello statico ridondante, in cui i vincoli tra gli elementi sono molti più di quelli minimi necessari per determinare un struttura rigida.
Questa strategia è presente in molti sistemi naturali: il surplus di elementi aumenta la resilienza del sistema, rendendolo in grado di rispondere complessivamente in maniera migliore a sollecitazioni di natura imprevedibile; inoltre rende ogni singolo elemento non indispensabile, per cui eventuali lesioni manifestatesi in un elemento specifico non andranno a compromettere l’integrità complessiva del sistema.
L’utilizzo di fibre di carbonio è stato scelto sia per le elevate caratteristiche meccaniche del materiale, sia per l’economicità del materiale e sia per la bassissima manutenzione che tale tipo di struttura richiede dopo la messa in opera.

Il pattern di densità definisce inoltre la transizione tra spazi più aperti e permeabili ad altri in cui la variazione delle fibre crea una maglia densa, influenzando e dando così una nuova gerarchia di ombreggiamento (e quindi temperatura) e permeabilità (accessi) all’interno del proprio spazio e campo di influenza esterno.